Claudio Elliott

Game over, Le Monnier, 2001

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A Lara Bettini, ragazzina di undici anni, fino a quella fatidica sera, non era mai accaduto niente di eccezionale. Ma quella sera il computer fa le bizze: si accende da solo, fa gli inchini, scrive messaggi dall’interno, chiama il suo nome! Da quel momento cambia la vita di Lara Bettini. Lara Croft, eroina virtuale, vuole uscire dal suo mondo ed entrare nel nostro. Con l’aiuto di Omero, lo zio geniale, e di alcuni amici, Lara cerca di dare una mano alla sua omonima. Com’è prevedibile, l’impresa non è per nulla facile, e si complica maggiormente quando interverrà anche chi vorrà trarne profitto personale, come il giornalista Alberto Tago. Ma il finale a sorpresa rimetterà ogni cosa al suo posto … o quasi.
Cuore di Game over sono i suoi personaggi, a cominciare da Lara, che è una ragazzina normalissima, dotata però di una sensibilità particolare, di gusto per l’avventura e di coraggio: questa qualità sembrano renderla una specie di calamita per fenomeni fuori dalla realtà. Lei non si tira indietro. Anzi. Dopo un momento di sconcerto, vuole andare fino in fondo, curiosa e pronta a credere senza ombra di dubbio a quello che sembrerebbe incredibile. Nelle sue investigazioni è sostenuta dallo zio Omero: giovane nel cuore e nella mente, condivide la curiosità della nipote e la sua assoluta disponibilità verso tutto ciò che la vita offre, anche nei suoi aspetti più bizzarri.
Sostenuta da colpi di scena, la trama quindi insegue le peripezie dei protagonisti. I frequenti dialoghi rendono viva e palpitante la narrazione, tanto che vediamo e sentiamo tutto quello che succede con l’immediatezza del linguaggio cinematografico. Ovviamente una sapiente orchestrazione degli avvenimenti tiene con il fiato sospeso fino all’ultima riga. In attesa del secondo romanzo di Lara.

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